JUNOFIRST - (KHJay e Neuroboy contro i pirati del Web)
JUNOFIRST - (KHJay e Neuroboy contro i pirati del Web), racconto musicale elettronico per
ciber-ragazzi, robot, due attori, video, voci elaborate, installazioni sonore e
suoni elettronici (2008)
Musica e installazioni sonore Silvia Lanzalone
Video Giuseppe Tandoi
Soggetto e testo Massimiliano Cascinari
Regia Fabrizio Pompei
Attori Aldo Spahiu, Giulio Votta
Voci registrate Giuseppe D’Amico, Silvia Schiavoni
Premio di composizione “Quarant’anni nel 2000”, istituito dal CEMAT - Centri Musicali Attrezzati.
Produzione Società Aquilana dei Concerti “B.Barattelli” e CRM - Centro Ricerche Musicali di Roma.
Spettacolo realizzato con il sostegno della Federazione CEMAT-ITALIA, con la collaborazione del Conservatorio di Musica “A.Casella” di L’Aquila e la partecipazione dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “A. di Savoia” di L’Aquila, Scuola Elementare “E. De Amicis” di L’Aquila.
La storia comincia con la malattia di KHJay e il suo bisogno di guarire.
Il particolare strumento di fonazione del robot (l’impulsatore magico),
essendo rotto, lo costringe a parlare/emettere suoni che trasformano/deformano
in modo incontrollato la realtà acustica circostante. La soluzione proposta dal
Ciberdottore/Ciberpirata consente a KHJay di guarire recuperando, in un
percorso sonoro, le sue piene funzioni narrative musicali.
Il protagonista robot ha un ruolo essenziale all’interno di una
rappresentazione che fa coesistere due diversi piani linguistici della
narrazione: parola e musica. KHJay è come un bambino, o un adolescente, che
deve imparare a parlare, o a parlare meglio con il suo speciale linguaggio (il
linguaggio dei suoni), e per farlo dovrà seguire un percorso - il viaggio nel
Web - attraverso il quale imparerà a controllare la sua fonazione magica
(“l’impulsazione”).
Il viaggio è un tema tipico della narrazione particolarmente adatto a
sviluppi fantastici, specie se ambientato in spazi onirici che consentono agli
artisti un ampio ambito di movimento ed invenzione. Il percorso è irto di
difficoltà e contrasti che formano il cuore della storia. L’ingresso in un
mondo sconosciuto (come la realtà appare al bambino) porta ad un primo climax
di difficoltà (l’incontro con l’host ostile) e al successivo raggiungimento
della meta (il sito assolato e la cura di KHJay). Un imprevisto colpo di scena
(l’assalto del Ciberpirata) rimette i nostri di fronte ad un pericolo la cui
risoluzione serve a dimostrare la guarigione di KHJay facendogli riacquisire il
controllo del proprio strumento di fonazione, il magico “impulsatore” capace di
trasformare e finalmente reinventare/creare, in modo ora consapevole, la realtà
acustica circostante.
(Massimiliano
Cascinari)
Lo scenario
acustico dell’opera sottolinea la narrazione e la dimensione espressiva della
storia, realizzando un precorso sonoro in trasformazione. A partire dall’inizio
del viaggio e precedendo nel corso del racconto verso le zone più remote del Web fino alla guarigione del robot,
ogni nuovo elemento narrativo offre spunto di differenziazione percettiva e di
evoluzione del linguaggio.
KHJay, personaggio centrale del racconto, riunisce in sé il binomio
uomo/macchina (intuito e calcolo) nel suo essere morfologicamente riconoscibile
come simile ad un ragazzo, pur conservando contemporaneamente gli elementi
peculiari della macchina computer. Il robot è stato realizzato con materiali e
forme che mettono in risalto particolari risonanze acustiche della sua stessa
voce, realizzata con frammenti di improvvisazioni vocali effettuate
appositamente da Silvia Schiavoni, di cui solo alcune sono state elaborate al
computer.
Le voci degli
altri personaggi sono elaborate al computer in tempo reale (Neuroboy, Ciberdottore/Ciberpirata) o
in tempo differito (Video)
secondo procedimenti di trattamento numerico del segnale audio funzionali alla
caratterizzazione espressiva di ciascuno di essi.
Il presente racconto musicale elettronico vuole
offrire ai ragazzi una esperienza di partecipazione attiva allo spettacolo
attraverso l’uso di strumenti elettronici di invenzione, le installazioni
sonore della Ciberbattaglia. Tali strumenti – le Cibertrombe, le Cibertube, i
Ciberbassi – sono semplici da utilizzare, ma richiedono un’interazione creativa
nell’ambito di un contesto musicale complesso.
La
Ciberbattaglia è un gioco, ma anche un momento di improvvisazione musicale
collettiva. La scena rappresenta il punto di climax della rappresentazione dove
la musica raggiunge la massima densità sonora. I ragazzi, chiamati a
partecipare attivamente allo spettacolo, si inseriscono nella scena teatrale
come interpreti creativi. Gli strumenti loro affidati richiamano, mescolandoli
insieme, elementi dell’antico mondo piratesco e del moderno immaginario
fantascientifico. Attraverso gesti semplici, come il movimento di una leva o di
un pulsante, i suoni delle installazioni sonore azionate dai ciber-ragazzi
compongono il tessuto sonoro e musicale, che viene organizzato
estemporaneamente secondo una partitura virtuale. L’esperienza che si vuole
offrire è di tipo teatrale, ma anche e soprattutto musicale, poichè i ragazzi
che diventano personaggi della storia sono resi partecipi di un linguaggio
sonoro nuovo e sono chiamati a costruire forma attraverso i suoni. La
battaglia, elemento ricorrente dell’immaginario dei bambini e dei ragazzi,
vuole essere anche metafora di un percorso interiore, occasione di crescita e
di conquista della propria identità.
Le
installazioni realizzate per la Ciberbattaglia sfruttano i principi acustici di
alcuni sistemi di diffusione sonora – Olofoni e Guide d’onda – da me studiati e
realizzati presso il CRM-Centro Ricerche Musicali di Roma.
(Silvia Lanzalone)
JUNOFIRST (KHJay e Neuroboy contro i pirati del Web), electronic musical tale for cyber-kids, robot, two actors, projection video, electronic manipulated voices, sonorous installations and electronic sounds (2008)
The ‘opera’
JUNOFIRST (KHJay e Neuroboy
contro i pirati del Web) I realized in
may of 2008, is a work of musical theatre for children. In this work two groups
of children or kids, preventively trained, play an active role to the
performance by means of criteria of musical and theatrical interaction.
The story
developes around the robot KHJay, that is the protagonist that joins words and
music, as two different but intertwined levels. Travel is the main theme of the
story, that is set in virtual and dreamy spaces, the imaginary spaces of the
web, that bring the characters in a evocative and suggestive context. The
acoustic scene of the opera, as the result of its musical evolutions,
underlines the narration and the expressive dimension of the story. From the
beginning of the travel to the more remote zones of the web, any new narrative
element offers the occasion to develop the music and new sound transformations.
KHJay, the
main character of the story, contains in itself the opposite human and machine,
intuition and calculation, because it is morphologically similar to a boy, and
at the same time has the characteristics of a computer. The robot has been
designed with the aim to produce an interactive installation and it is realized
with forms and materials that put in evidence the acoustic resonances of its
voice, produced with fragments of improvisation expressly made by the singer
Silvia Schiavoni, some of them elaborated with computer. Public involvement is
realized with the use of invented electroacustic instruments, a kind of sound
installations that requires simple gestures, but a significant extemporaneous
musical creativity in the complex development of the story.
The scene of
Cyber-battle, represents the climax of representation, where music reaches the
maximum density of sounds and where the two groups of kids inserted themselves
on the stage as characters and performers. During the time of the Cyber-battle
the entire space of the theatre become stage. The Cyber-battle is like a game,
but is a moment of collective musical and theatrical improvisation, in which of
various sonorous installations (cyber-guns, cyber-cannons, cyber-machine guns)
are controlled by the kids simply moving a lever of pushing a button. The
sounds coming from them compose the musical texture extemporaneously organized
as a virtual score.
Durata 47’47”
Esecuzioni / Performances
62° Stagione di Concerti della Società Aquilana dei Concerti “B.Barattelli” di L’Aquila. Musica, live electronics e installazioni sonore Silvia Lanzalone, Video Giuseppe Tandoi, Soggetto e testo Massimiliano Cascinari, Regia Fabrizio Pompei, Attori Aldo Spahiu, Giulio Votta, Voci registrate Giuseppe D’Amico, Silvia Schiavoni, Costumi Bartolomeo Giusti, Regia del suono Carlo Laurenzi, Assistente musicale installazioni Beatrice Lasio, Walter Cianciusi, Assistenti musicali laboratori Massimo Cafarella, Claudia Rinaldi, Simone Albani, Coro di Voci Bianche della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” e Classe 3° A della Scuola Elementare “E. De Amicis” di L’Aquila. Auditorium “Nino Carloni”, Castello Cinquecentesco, L’Aquila, 07-08.05.08.
© Silvia Lanzalone 2021